Con i ritagli di tempo cerco di fare le cose che più mi piacciono: leggere, passeggiare per la città, scrivere, guardare film, ascoltare podcast e musica, pensare a realizzare cose improbabili, prendere un aperitivo in riva al mare, chiacchierare con le persone che amo.
Poi c'è tutta una lista di cose che mi piacerebbe fare ma non faccio per i più svariati motivi, ma questa è un'altra storia.
Non c'è dubbio che i ritagli di tempo sono strappati al lavoro, un lavoro che ho scelto e amo, che ho perseguito e perseguo con ostinazione. Ma sono importantissimi e a volte sono davvero pochi.
Ad esempio, ora sono qui nella mia cucina, è mattina presto e sono ancora in pigiama con la caffettiera sul tavolo e il tablet, mentre scrivo. Mi piace questo tempo rubato alle faccende più urgenti (come passare l'aspirapolvere!?) perché mi dà il senso di possedere un po' del mio tempo.
Immagino un ritaglio di tempo come un piccolo frammento di vita, una fetta preziosa di tempo che si stacca dal resto della giornata. È come se fosse un capitolo a sé stante in un libro, un momento in cui tutto sembra rallentare e concentrarsi solo su quel momento.
Il mindset è rallentare, lasciare andare, far fluire e ascoltare le sensazioni, non inseguire i pensieri che arrivano come tempeste di meteore cercando di portarmi in un vortice di sensi di colpa per tutte le cose che stanno aspettando di essere svolte.
Tengo stretti questi ritagli di tempo perché sono quelli che mi fanno essere quello che sono, nel bene e nel male. Sono quei momenti che mi tengono in contatto con la mia anima e mi permettono di trovare significato anche nelle giornate più buie.
In fondo, un ritaglio di tempo può essere tutto questo e molto di più: è un'opportunità per fermarsi, respirare profondamente.
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